tradimenti
SOLE CALDO

09.07.2024 |
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"Io nel mentre stralunavo dal vedere mia moglie alle prese con quell'arnese che di tanto in tanto toccavo anche io..."
ILGIORNO, volgeva al termine, le ombre si allungavano sulla sabbia ancora cocente, l'ombrellone, stanco ed assolato proteggeva quei corpi nudi color ambra, distesi l'uno accanto all'altro. C'era chi socchiudeva gli occhi protetto dal suo cappello di paglia o qualcun altro che cercava l'ombra tra le tette della vicina. Si era creata quel giorno una stupenda comitiva, così ,nata per caso. Il tutto ebbe inizio fin dal mattino, allor quando a mia moglie Lucrezia volò via il sombrero a causa di una folata di vento. Un gentile e prestante giovanotto, raccolse il cappello a mia moglie presentandosi con un sorriso smagliante: piacere, Cesare, disse guardando la mia Lucrezia in modo inequivocabile di desiderio trasgressivo. Lucrezia rispose con altrettanto garbo presentandosi anch'ella. Io che camminavo poco più avanti venni raggiunto dai due. Mia moglie con un ammiccamento che non pone dubbi presentò in nuovo arrivato, piacere dissi: sono Pasquale. Raggiungemmo a breve la spiaggia la quale era libera, per cui dovevamo solo scegliere il posto dove accamparci. Lungo la battigia vi erano delle rocce affacciate nel mare e faceva da protezione da sguardi indiscreti, anche se questa è una spiaggia nudista, nella profonda Calabria. Dopo aver ponderato un attimo decidemmo di fermarci proprio la dove la roccia fa una piega verso l'interno. Posizionammo il nostro ombrellone sistemammo i bagagli e stavamo per accomodarci, quando notammo che poco distante l'amico appena conosciuto titubava nel prendere posizione. Lucrezia senza indugiare si avvicinò al giovanotto invitandolo a prendere posto vicino a noi. Lucrezia indossava ancora il suo bikini orange, i giovanotto aveva un box giallo ed anche io ma nero. Ci guardammo negli occhi e così come uno starter di gran premio avesse dato la partenza, in un batter d'occhio eravamo tutti in costume adamico. Non potevano mancare gli sguardi curiosi, ed un poco imbarazzanti . Il giovanotto da un nido corvino, mostrava un uccello a dir poco esagerato, un buon 25/30 cm di becco. Questo non sfuggì alla mia signora che non lo perdeva d'occhio un istante. Superato il primo scoglio d'impaccio, si cominciò a dialogare del più e del meno. Lo sconosciuto, conosciuto, raccontò che egli di mestiere faceva lo"scopatore", operatore ecologico rettificò, in provincia di Avellino, al che mia moglie scoppiò in una fragorosa risata ed aggiunse: speriamo che sia vero. Il ragazzo sorrise e disse beh! ciò devono giudicarlo le donne che si concederanno a me. Erano le undici , il sole gia cuoceva ma di tanto in tanto andavamo in acqua a rinfrescarci, fu proprio in uno di quei rientri dall'acqua che casualmente sbilanciandosi un poco con il corpo Lucrezia ebbe a prendere tra le mani l'uccello di Cesare in standbay, il ragazzo sorrise, mentre mia moglie arrossì. Ci sdraiammo sui teli caldi, Lucrezia si adagiò vicino a Cesare, mentre io ero dal lato opposto. Uno sguardo di mia moglie mi fece capire che voleva andare all'attacco. Non perse molto tempo, allungò la mano strisciandola nella sabbia fino a raggiungere quel cazzo che era pronto come se aspettasse qualcuno per la carezza. Lucrezia preso quel bel cazzo tra le mani, avvicinandosi con tutto il corpo lo introdusse tra le tettone cominciando a spagnoleggiando fino a lambirlo con le labbra. Il treno era partito, non contenta di quel petting, lo prese tutto in bocca. Leccava quella capocchia turgida piena di voglia, dal di sotto accarezzava le palle grosse e gonfie di voglia. Io nel mentre stralunavo dal vedere mia moglie alle prese con quell'arnese che di tanto in tanto toccavo anche io. Lucrezia, messasi in posizione supina continuava a spompinare Cesare che a malapena si conteneva. Il ragazzo si alzò mettendo in mostra tutto il suo patrimonio. Afferrò mia moglie per le natiche e portando il culo all'altezza delle labbra , la leccò dalla fica all'ano facendo andare mia moglie in brodo di giuggiole. Io mi dimenavo tra l'accarezzare le tette e l'immergere il mio cazzo in quella bocca piena di umori. Cesare all'apice della grande voglia distese Lucrezia sul telo grande e divaricatole le gambe la penetrò con mascolinità unica. L'andirivieni di quel cazzo grosso nella fica di mia moglie mi aveva letteralmente mandato in estasi. Vi fu una grande scopata, Cesare incurante riempì la fica di sperma mentre io le avevo innaffiato il seno. Presi dall'euforia e dall'estasi erotica non ci eravamo accorti che altri due giovanotti in compagnia di una prosperosa signora in compagnia di suo marito avevano assistito a quello spettacolo. Non ci volle molto, bastò un sorriso da parte di tutti, che organizzammo una piccola orgia al tramontar del sole. I baldi giovanotti, Enrico ed Andrea, si tuffarono letteralmente sul corpo di Lucrezia, leccandogli tette e fica, Lei non da meno prese a segare un cazzo cicciottello, mentre succhiava e spompinava un bel cazzo fresco. Io e Cesare insieme al marito eravamo alle prese con Michela la giunonica signora. Michela era una artista con il culo, accarezzava con l'ano la capocchia di Cesare e come un vortice spariva nel deretano, io mi divertivo a metterlo ora tra le tette o in bocca mentre Nicola il marito, le riempiva la fica. Una orgia a cielo aperto. La sborra si versava a fiumi mentre lo squitterare delle donne bagnava la sabbia. Tutto il pomeriggio proseguì in tal guisa, finche esausti e matidi di sudore ci sdraiammo sui teli e ci assopimmo. Solo la fresca brezza marina ci risvegliò, mostrandoci uno splendido tramonto e due belle Venere con il culo al vento. Questa è una storia vera vissuta in una cada estate nella bellissima Calabria.
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Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
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